Spento il cielo ora vedo le stelle. Scendo dall’Olimpo dell’umana fragilità e dall’ego che mi eleva a una assurda stupidità. Il silenzio riempie il cuore, sento il canto di grilli e cicale, suono antico di estati di un tempo così lontano. Un tempo che non esiste piú, il solo esistere è qui e ora.
In questo cielo e nelle stelle che mi avvicinano alla notte di San Lorenzo c’è lo spazio di un’eternità che mi vorrebbe tremendamente felice. Così felice da non crederci.
Dove dimora il tempo della gioia? Respiro l’estate, questa strana e insolita estate … Forse comprendo … Nel mistero della morte dimora la nostra vera gioia, nel morire un po’ ogni giorno ai nostri egoismi, alle ottuse credenze che ormai non esiste via di scampo all’incerto incedere della vita, che esiste solo arrendersi all’indifferenza del tutto.
Capita di essere spettatore della morte e sentire nell’ultimo respiro l’essenza del Divino che ci accompagna in una nuova dimensione, per un nuovo viaggio, in una nuova vita e il volo è fatto di tanto amore donato e ricevuto. Capita che la vita ti dà un’altra possibilità, un tempo giusto per sistemare le cose sospese prima del viaggio. Capita di aver paura, di non saper cosa dire e cosa fare …
Capita e allora spengo il cielo, ascolto i grilli, respiro l’estate e entro nel presente qui e ora, perchè la vita è la vita e la morte una nuova porta per l’eternitá sia per chi resta che per chi va. Capita …