Ho scattato questa foto quattro anni fa. Location Cayo Largo(Cuba), un paradiso sperduto nel Mar dei Caraibi a un’ora di aereo da Havana e ricordo ancora l’inquietudine mia e della mia amica-compagna di viaggio nel vedere questo strano effetto attorno al sole. In realtà si tratta un alone chiamato arco di ghiaccio, nimbo o aureola è un anello di luce che circonda un astro, fenomeno che collegato ai cirri, indica l’arrivo di un fronte caldo e quindi di piogge. Ho deciso di riesumare questa foto dopo aver ascoltato una canzone di Claudio Baglioni del 2003. Ho chiuso da poco il libro di sociologia del turismo e mi sono concessa un bagno ristoratore (fuori ci sono forse 15°) con sottofondo un cd che è ricomparso sullo stereo qualche giorno fa. Da sempre penso che la musica, oltre ad essere un grande mistero di aggregazione sociale, ha l’onore e l’onere di raccontare storie che non hanno mai fine. E dopo aver ascoltato la canzone, ho cercato il testo, l’ho letto e riletto, basita nel leggere parole e frasi che sono di un’attualità disarmante, anche se sono passati 11 lunghissimi anni e ci trovano catapultati in un mondo che non è più a misura di uomo/donna per la disumanità.
Perché è vero che quando non si crede più in niente finisce che si crede a tutto, che la mania dei soldi e del potere è figlia della diffidenza, che il mondo non è di qualcuno perché il mondo è tutti noi, che la dignità sembra proibita e tanto altro. Ma non voglio fermarmi alla negazione dell’essere, mi fisso sul vento, su quel ponte che dobbiamo passare assieme, al di là oltre la realtà dove ce ne andremo con il sole in fronte di là di là dal ponte e allora là quando il cuore sa.
Che sia proprio questo il ponte chiamato fine del mondo, profezia Maya, invasione aliena; il paradosso è che stiamo costruendo tecnologie che piano piano ci tolgono tempo, spazio, privacy; in realtà tutto quello che ci serve per fare un nuovo viaggio è la consapevolezza di un sole a cui andare incontro senza paura anche se diverso dal solito sole e che la tecnologia per farlo ci viene data in dotazione nel preciso istante in cui veniamo creati ed è il nostro cuore.
Io lo sogno un nuovo sole, ci vuole un sogno grande che rompa le catene di questo tempo non desiderato e possiamo iniziare a sognare vedendo la pioggia come un passaggio necessario per far splendere un nuovo arcobaleno.
Musica mistero del cuore, eterno scrigno di emozioni, in chi scrive di tempi che saranno o che non saranno mai, dimora l’eternità del nostro essere, in viaggio continuo alla ricerca di un sole che si chiama amore.
Ad Maiora gente, ad maiora … a volte basta un piccolo raggio di sole!
“di là di là dal ponte questa è un’altra storia
di chi aspetto sulla riva
davanti al fiume della memoria
o chiuso al buio di una stiva
in un mare di speranza
con un tozzo di illusione
quando si scambia la maggioranza
con la povera ragione
dentro ad un silenzio d’oro
le parole sono argento
e un grido è piombo e come un coro
conto il vento intorno a noi
questa è un’altra gente
che sta in cerca dappertutto
e quando non si crede più in niente
finisce che si crede a tutto
è una veglia delle sere
in cui si prova una partenza
dalla mania dei soldi e del potere
che è figlia della diffidenza
su una terra di nessuno
siamo ombre di un secondo
e il mondo non è di qualcuno
perché il mondo è tutti noi
là dove il vento va
al di là oltre la realtà
dove ce ne andremo
con il sole in fronte
di là di là dal ponte
e allora là quando il cuore sa
e più in là dentro un’altra età
quando ce ne andremo
verso l’orizzonte
di là di là dal ponte
questa è un’altra vita
di cui non si scrive un rigo
la dignità sembra proibita
essere uomo è già un castigo
ma i ricordi hanno un presente
e i sogni cercano un futuro
le dita sono candele spente
e il cielo è sempre dietro un muro
in un secolo disperso
che è volato come un sasso
e un nuovo pezzo d’universo
è solo a un passo da qui e da noi
andremo via
in questo viaggio che chiamiamo tempo
andremo via
in questo tempo che chiamiamo vita
andremo via
in questa vita che chiamiamo sogno
andremo via
in questo grande sogno
che noi chiamiamo amore”
<Di là dal ponte> Claudio Baglioni 2003